Fino ad un giorno prima ti consideravi una persona quadrata, razionale, senza colpi di testa.“Mai dire mai” diceva un vecchio saggio!
Di punto in bianco ti ritrovi a fare il tuo primo biglietto aereo.E una volta là? E’ già ora di ripartire…No è assurdo…Dai è meglio organizzarlo la prossima volta.
E mentre nel cervello si affollano questi dubbi le mani sulla tastiera stanno già confermando il check in online. Domani si parte! Chi è mai stata in un aeroporto? Biglietto? Preso… Documento? Preso…Zaino? Chiuso e pesato… Biglietto del treno? A posto. Non manca nulla, ma perché ho paura? Perchè sono fatta così, davanti alle novità io ho paura.
Ma mi basta scendere dallo shuttle e attraversare quelle porte scorrevoli. Mi basta guardarmi intorno e notare tanti zaini e tante valigie che attraversano il corridoio. Chi è impaziente di partire, chi è nervoso, chi è in ritardo. Mi sembra di sentirmeli tutti dentro la testa. E arriva il gate: biglietto e documento alla mano. Va bene non suona, sono a posto. Mancano due ore… Ho tempo di leggere la mia guida improvvisata. L’altro ieri non lo immaginavo nemmeno.E ora sto aspettando di partire. L’emozione sale. Le emozioni sono tante. Le parole per descriverle inutili e vuote.
E’ il 16 Dicembre e io non aspetto l’estate per andare in Spagna… Ma quale estate, stò salendo sull’aereo! Destinazione Valencia!
Va bene ho quasi trent’anni e allora? Dove c’è scritto che sono troppo vecchia per una prima volta!
E l’aereo decolla. E io per la prima volta prendo in mano un libro, lo apro, leggo la prima frase, lo richiudo. Guardo fuori… sembra tutto così lontano… E’ già ora di riallacciarsi le cinture? Eh si, in aereo passano due ore e sei arrivato. Sono partita con la pioggia, sono arrivata col sole.
“Cugina lascia stare, non ci crederai mai, sono a Valencia”!
Sono state le mie prime parole appena scesa dall’aereo.
Me la ricordo la tua risposta cugina mia:
“Goditela e segnati tutto che voglio i particolari”
Dovrei parlare di Valencia ma sapete cosa ricordo? Una piccola trattoria e al centro del tavolo la paella più buona che io abbia mai mangiato.
Due caraffe di Sangrìa, il cui odore mi riempie le narici ancora oggi.
Un lungo viale pieno di luci e addobbi di Natale.
I ragazzi in piazza a bere cerveza. La loro allegria come musica per le mie orecchie.
Una cartina al contrario e dei passi che invece di muoversi verso il centro, stavano raggiungendo una periferia senza luci.
Plaza de Toros e le nostre risate un po’ alticce.
Il Sole che sta di nuovo nascendo.
Gli occhi che non sono stanchi ma vogliono continuare.
Il primo raggio di sole dal rosone della Cattedrale.
Una nuvola, due nuvole, una leggera pioggia.
L’Avinguda del Regne de Valencia davanti.
La parte vecchia che finisce…
La Storia sostituita dal cemento.
Calatrava… Tanto Calatrava…
Il ticchettìo dell’orologio.
E’ di nuovo ora di partire.
Devo tornarci…
Ancora non ci sono ritornata. Non come avrei voluto.
Non come allora.
Quella notte è passata.
Quella prima volta è passata. L’aereo al ritorno non mi fa più effetto, anzi… Una piccola turbolenza mi fa sussultare un paio di volte.
E di nuovo Emilia, di nuovo pioggia. Di nuovo a casa.
Toccata e fuga che mi rimarrà sempre nel cuore.