Provate a fare un rapida ricerca su google e ditemi quanti post sul “mollo tutto e vivo viaggiando” trovate. Centinaia? Migliaia? Sicuramente tantissimi!
Essì perché è la moda del momento… spiegare alla massa di quelli che rimangono a casa, che lavorano in ufficio, che vivono normalmente, perché la loro vita è sprecata e dovrebbero invece mollare tutto e partire!
“10 motivi per mollare tutto e vivere viaggiando”
“Mollo tutto e vivo di viaggi: la guida in 5 punti”
“Mollare tutto e partire: le 8 cose che ho capito sulla vita”
Potrei andare avanti ancora e ancora… poi apri questi post e ti accorgi che sono tutti uguali. Prima di tutto ti chiedi che cosa hanno realmente mollato e scopri che di solito erano lavori di freelance (i famosi lavori da remoto) che già quindi facevano a casa e che continueranno a fare comunque… quindi non hanno mollato nulla!
Altri erano già stati licenziati e piuttosto che mettersi a cercare un altro lavoro hanno deciso di diventare “viaggiatori”. Altri sono diventati travel blogger e quindi si fanno sponsorizzare i viaggi (su questo dovrei scrivere un altro post, ma lasciamo perdere!).
Tutti parlano di bassissime spese e ricordano a noi semplici turisti, che il vero viaggio è un altro e che si può viaggiare anche senza soldi. Poi scendi nel dettaglio e ti accorgi che si parla di circa 20 – 25 euro al mese. Scusate se sono pratica ma anche contando 20 euro al giorno: 20 x30 =600 euro al mese. Se intenti vivere così per sempre o hai parecchi soldi messi da parte o devi per forza lavorare in qualche modo. Che poi io faccio fatica a credere che si riesca a vivere con soli 20 euro al giorno. Anche a dormire in un ostello, il minimo che ti chiedono sono 10 euro. Quindi ti restano 10 euro per pranzo e cena. Ci può stare se fai la spesa e ti cucini, ma i giorni degli spostamenti? Allora o viaggi solo a piedi, quindi non paghi mezzi, e dormi sotto le stelle…oppure mi fai proprio vedere come fai a spendere solo 20 euro!
In ogni caso, anche il mito del viaggio senza soldi è una… avete capito! Se questo rapido calcolo l’ho fatto io che non ho nessuna intenzione di mollare nulla, sicuramente se lo saranno fatti anche loro no? E visto che la maggior parte di questi “mollo tutto e vivo viaggiando” sono ragazzi di 20 – 30 anni, mi chiedo quando hanno deciso di intraprendere questa avventura, quanto tempo hanno impiegato per mettere da parte i soldi e partire. E soprattutto quanto guadagnavano prima, per riuscire a mantenersi e mettere anche abbastanza soldi da parte per questo loro sogno!
Ma fin qui, posso anche capirli. E’ pur sempre una scelta di vita, così come è una scelta quella di rimanere in una città normale, avere un lavoro normale, una casa normale, magari anche dei figli e un cane normale e decidere di viaggiare quando si può/si vuole e come si può/si vuole.
La cosa che non sopporto, sono quelli che vogliono per forza insegnarti a vivere. Quelli che ti vogliono per forza convincere che la tua vita è rinchiusa in uno schema deciso da altri, che il tuo essere normale un giorno ti porterà ad essere totalmente insoddisfatto. Che solo perché fai l’impiegato in banca o l’infermiere stai seguendo la massa. Quelli che ti dicono che il cambiamento è vita. Perché si vive una volta sola e non puoi sprecare la tua unica vita in un normale appartamento, in una normale città, con un marito normale e un cane normale!
Ne ho lette tante di queste storie, talmente tante che ormai credo siano loro quelli inseriti in uno schema e noi quelli speciali. Quelli che hanno il coraggio di non essere per forze speciali ma di scegliere la vita che vogliono. Sono d’accordo che se un lavoro non ti piace, se ti sta stretto è giusto provare a cambiarlo. Ma so anche, per esperienza, che non è sempre così facile, che non tutti possono permettersi di mollare tutto e cambiare vita, che si è già fortunati ad averlo un lavoro normale.
E leggere questi post, in cui in realtà sembra tutto talmente semplice, in cui non c’è nulla di assurdo nel mollare tutto e vivere viaggiando, in cui ti dicono che l’unico vero ostacolo sono le paure e gli schemi in cui siamo bloccati… ecco leggere ste cose mi manda fuori di testa. Io invece credo che la cosa veramente difficile non è mollare tutto e partire, ma restare e vivere la propria vita. Perché non credo sia così strano e così triste voler avere una casa, avere un lavoro normale ma che ti dia le giuste soddisfazioni, avere un marito, dei figli, un cane. Non credo di rientrare in nessuno schema o di seguire nessuna folla o nessuna moda, se faccio la maestra e ho una casetta in periferia. Ma soprattutto non voglio farmi insegnare a vivere da nessuno, ne tantomeno da chi è convinto di aver capito tutto dalla vita solo perché ha deciso di spendere i soldi che aveva da parte e fare il freelance in giro per il mondo.
Io penso che ognuno di noi sia l’artefice della propria vita, lo scrittore, lo sceneggiatore. Io della mia, voi della vostra. Capire cosa ci rende davvero felici e farlo: viaggiare, insegnare, cucinare, avere una casa piena di animali o 5 figli. Ognuno ha il suo modo per essere felice, ecco perché io non sto qui ad insegnare nulla a nessuno. Io continuerò ad insegnare ai miei bimbi speciali e ad aspettare i ponti per poter scoprire una nuova meta. Voi probabilmente continuerete a far finta di dormire sotto i ponti e vivere solo di viaggi e libertà. Come diceva Vasco
Ognuno col suo viaggio ognuno diverso
ognuno in fondo perso dentro ai cazzi suoi
Buona vita a tutti!
Lo confermo pure qui: sante parole. Lo penso da mesi. Ormai è talmente diffuso questo “mollo tutto e parto” che nemmeno mi sorprendo più quando lo vedo scritto da qualche parte.
Esatto. Va talmente tanto di moda che forse sono proprio loro a seguire la folla!
Grazie per questo post. La “normalità” necessita di un coraggio incredibile.
Già! Quello che mi dà più fastidio è sul modo di snobbare la vita “normale”… che poi io non credo che ci sia una vita normale e una vita speciale.
Ciao Roberta, sono anch’io Roberta 🙂 e sono una di quelle che ha mollato tutto in nome dei viaggi.
Come hai scritto tu, molte persone, io per prima, mollano tutto perché in realtà non hanno nulla.
Io vivevo a Londra, avevo un lavoro full time a tempo indeterminato che mi rendeva incredibilmente infelice: lavoravo 16 ore al giorni 6 giorni su 7, in un ambiente molto pesante, con un salario basissimo così come la qualità di vita e in più non era quello x cui avevo studiato, non era la mia passione e lo odiavo. Ogni mattina mi svegliavo piangendo e diverse volte ho avuto pensieri MOLTO negativi.
Ho venduto tutto ciò che possedevo per viaggiare in Sudamerica 1 anno. E’ stata la miglior scelta della mia vita!
Ora vivo semi-stabile in Colombia e, almeno per il momento, va bene così!
Detto questo, tu parli di “vita normale, lavoro normale, casa normale”….ma esattamente: cos’è normale?
Per me normale è lavorare da qualsiasi parte del mondo, mangiare pasta a colazione, gelato a pranzo e non cenare!
La “normalità” è qualcosa di assolutamente soggettivo, e tu che viaggi e scrivi di viaggio sai bene che cambia anche con la cultura, quindi mangiare pizza hawaiana negli Stati Uniti è assolutamente normale, per noi in Italia è un’eresia! 😉
E per concludere, viaggiare a 20 euro al giorno è possibile, in realtà anche a molto meno!
Probabilmente in Europa è difficile a meno che non ci si appoggi a Couchsurfing e si usino molto le gambe!
Però in gran parte del Sudamerica e Sudest Asiatico, si può’ viaggiare anche con budget più bassi!
Io son stata in ostelli da 4 € al giorno ed erano puliti, sicuri e centrali! Non mangio tantissimo (nonostante mi piaccia molto!) e molte volte ho vissuto a uova e riso o empanadas 🙂
La realtà è che tutto è possibile dal momento che uno lo voglia.
Lasciare tutto per viaggiare non credo sia una moda, è più la conferma, nero su bianco, di quanta gente infelice, confusa e insoddisfatta ci sia!
E non c’è nulla di giusto o sbagliato. Non è che chi viaggia è più figo di chi rimane o viceversa. Son scelte di vita personali, e come tutto ciò che riguarda i singoli individui: non può essere opinabile! 🙂
Detto questo, io ti aspetto in Colombia, magari incontri anche tu ispirazione per mollare tutto 😛
Un abrazo
Roberta
Io utilizzo il termine normale in senso ironico, tanto che parlo di marito normale e cane normale… in realtà quello che non mi piace sono i post di quelle persone che pensano di insegnare a vivere a chi rimane in Italia a fare la maestra come me. Senza pensare che forse io ho scelto questo lavoro, ho scelto addirittura la città in cui farlo e sono soddisfatta. Quelli che salgono su una cattedra… Ecco quelli non mi piacciono. Poi certo ci sarà sempre qualcuno che insoddisfatto della sua vita deciderà di mollare tutto e cambiare. Ma sono scelte di vita, proprio come è una scelta di vita quella di sposarsi in Italia, avere dei figli o un cane. Però su questo nessuno scrive post fichi perché è appunto “normale”. Per il resto… Io continuerò a viaggiare perché amo farlo e continuerò a tornare a casa perché amo ritrovare il mio letto, il mio cane quando non viene con noi e i miei bimbi speciali che mi aspettano e contano su di me ogni giorno.
Ciao Roberta! Condivido in pieno il tuo pensiero… basta sentirsi delle poverette perché viviamo “normalmente” !
Io sono una di quelle che ha mollato il lavoro per viaggiare perché poco più di un anno fa mi sono accorta che il lavoro che facevo mi faceva schifo, ero apprezzata sulla carta ma non rispettata, maltratta e poco pagata e non sopportavo più di svegliarmi al mattino grigia e tetra, in tutti sensi. E così l’ho fatto.
Sto provando a lanciare il mio blog di viaggi ma a differenza di quelli che vanno in Asia o giù di lì ho un compagno con un buon lavoro che ama – beato lui – due genitori separati che contano sulla loro unica figlia, una casa di proprietà che è il mio nido e che mi manca ad ogni partenza!
Insomma grandi sogni ma anche una vita comune che non voglio abbandonare.
E così sono ancora a Milano: non ho uno stipendio, la disoccupazione è arrivata solo per qualche mese perché nonostante gli anni di lavoro nello stesso posto sono stata assunta solo poco prima di andarmene, cerco di fare qualche viaggetto vicino, e vivo grazie al sostegno dei miei genitori.
Ovviamente non può durare per sempre e spero di riuscire a trasformare il blog in un lavoro che possa rendermi indipendente.
Io ammiro chi riesce davvero a mollare tutto ma non sono convinta che lo facciano davvero tutti e soprattutto che vada bene a tutti… ad un certo punto la realtà bussa alla porta, indipendentemente da dove tu sia!
Ecco questa è una vera storia di vita. Credo che dovresti scriverla sul tuo blog. Perché la gente vuole leggere storie vere e non le solite cose che si leggono in giro. Raccontano di quanto sia facile mollare tutto e partire ma come dici tu ad un certo punto la realtà bussa alla porta…
Sei un mito! Non se ne può più di questi qui che mollano tutto. Non solo non mollano niente ma si vanno spesso ad imbarcare in situazioni più grandi di loro e spesso pericolose. Concordo pienamente con te. Quando poi i soldi sono finiti tutti tornano da mamma. Fidati. Ciao 🙂
Ho scritto questo post proprio perché non ne potevo proprio più! Possibile che tutti si possono permettere di vivere solo di viaggi e dire anche che non c’è bisogno di essere ricchi per farlo? Mi dispiace ma io non ci credo!
Ciao Roberta,
sono d’accordo con “l’altra Roberta” 🙂
Sicuramente è giustissimo quello che dici tu, cioè nessuno deve erigersi a maestro di vita, poiché come dice “l’altra Roberta” la normalità e la soddisfazione personale sono assolutamente soggettive. Tuttavia io lavoro da 4 anni, circa 10+ ore al giorno in un ambiente a mio parere poco rispettoso dove aleggia sovrana la falsità. Ho già cambiato 3 lavori e come risultato ho ricevuto sempre insoddisfazione.
Pian piano sto acquisendo consapevolezza che la maggior parte della gente “nromale” (come me forse) ha difficoltà a intraprendere percorsi inesplorati, come ad esempio lasciare un lavoro indeterminato per prendere un periodo di riflessione. Piuttosto continua a svolgere un lavoro del tutto insoddisfacente perché così gli è stato insegnato, perché questa è la “normalità” che gli è stata prospettata sin da piccoli.
Concludendo cosa voglio dire con questo. Sicuramente se uno è soddisfatto ad avere un lavoro, un marito, un figlio e un cane sono d’accordo con te che non si debba sentire minimamente inferiore o in difetto o altro, ma chi è insoddisfatto dovrebbe avere più coraggio ad esplorare l’ignoto. E sono ancora d’accordo con “l’altra Roberta” quando dice che questo fuggi fuggi degli ultimi anni non è una moda bensì rispecchia la crescente insoddisfazione della gente.
Presto mollerò tutto anche io, me ne sono convinto 🙂
Lunga vita e prosperità!
Francesco
Sì è vero, spesso si ha la paura di cambiare e si rimane bloccati in un lavoro che non piace e non soddisfa. Ma molte altre volte, quelli che mollano tutti e vivono di viaggi hanno anche le spalle protette. Io viaggio da anni e non ho mai trovato un modo di viaggiare senza spendere e se non hai un minimo di soldi come fai a permetterti anche semplicemente di lasciare il lavoro e partire? Ecco io questo dico… poi se uno non è soddisfatto della vita e del lavoro che fa è giusto cercare di cambiare, anche se mi rendo conto che non è per nulla facile a volte.