Capita anche a voi di ritrovarvi immersi nei ricordi di quando eravate ragazzi? Credo capiti a tutti! Di solito capita quando ti ritrovi con dei vecchi amici d’infanzia o con i cugini e i parenti… e qualcuno inizia con la frase “vi ricordate quella volta che…”. Ecco basta un frase, anzi una mezza frase che le sinapsi del cervello iniziano a creare connessioni tra vecchi ricordi, le immagini come vecchie foto passano in fretta davanti ai vostri occhi che ormai brillano… questi sono i ricordi e sono una cosa meravigliosa!
Amarcord è la “parola/frase” perfetta per questi momenti. A me oggi è capitato un amarcord di quando per viaggiare dovevo chiedere il permesso ai miei genitori! Sembra un secolo fa!
Ricordo che all’università facevo la cresta coi soldi che i miei mi davano per pagare i libri o le bollette, poi ci aggiungevo i soldi dei nonni di Natale e iniziavo a fare un rapido calcolo su dove riuscivo ad andare con quei risparmi.
Un anno volevo andare a Parigi, un’impresa difficile ma potevo e volevo farcela. Tanto che ho chiesto ai nonni di anticipare il regalo del compleanno, dopotutto si trattava di pochi giorni: compio gli anni il 23 agosto e sarei dovuta partire i primi di agosto!
Il momento del conteggio fondi era quasi un rito: mi sedevo sugli sgabelli nella cucina dei miei e iniziavo a contare i soldi (neanche fossi una banca!) e intanto avevo gli spettatori intorno. Zia Ninetta e il nonno in prima fila, mia nonna più defilata ma ovviamente non le scappava niente! Alla fine scrivevo il totale sul taccuino e sorridevo soddisfatta! In un modo o nell’altro il viaggio si faceva!
Un anno, però, la nonna non era molto convinta, forse i conti non le tornavano… tanto che il giorno dopo del rituale è venuta in camera mia e mi ha dato altri 50 euro con la frase “metti che vi viene fame in aeroporto!”. Che strani esseri i nonni… riescono sempre ad essere così dolci e premurosi, e lo fanno con una naturalezza che non ha eguali.
Sempre sulla scia dei ricordi, mi è tornata in mente la frase che io e mia cugina abbiamo detto alle nostre mamme prima di un capodanno a Roma: “Non vi stiamo chiedendo il permesso, vi stiamo INFORMANDO della nostra decisione!” Inutile dire che quella frase non è stata accolta molto bene all’inizio, poi però è diventata il nostro motto!
Sempre andando indietro con la mente, non posso non ricordare quando è arrivata la lettera dall’Inpdap in cui mi informavano che mi avevano presa per il viaggio studio a Parigi. Io non stavo più nella pelle, ero super felice e volevo solo urlare, mia mamma aveva la faccia di una che sta per svenire e mi ha detto testuali parole: “Io pregavo che non ti prendessero!”. Subito quella frase mi ha fatto male, poi ho capito… dopotutto è una mamma!
Eppure i miei genitori non mi hanno mai detto di no, nonostante la loro ansia, nonostante le preoccupazioni tipiche dei genitori, io volevo viaggiare e loro me lo facevano fare. Sono gli stessi genitori che mi hanno regalato una delle esperienze più belle e intense della mia vita: Toronto a 13 anni.
Oggi, sposata e con lo stipendio mio, ancora mi ritrovo a parlare con loro dei viaggi che sto organizzando con un filo di preoccupazione, come se dovessi ancora avere il loro permesso. In verità mi piace parlare con loro dei mie viaggi e sogno un giorno di fare un viaggio insieme a loro, come quando da piccoli ci caricavano in macchina e partivamo.
Un anno (me lo ricordo benissimo!), siamo partiti da Foggia con l’intento di arrivare a Roma e poi siamo finiti in Umbria. A Gubbio mio papà ha cercato per ore l’albergo che costava meno, mentre noi aspettavamo in macchina. Mio fratello beveva ancora il latte nel biberon e io mettevo le palline di Nesquick nel latte, anche in albergo (che viziata!).
A Roma ci siamo andati anni dopo, nel 2003. Eravamo già più grandi e faceva un caldo da paura. Abbiamo vagato per ore tra le vie del centro di Roma alla ricerca della Fontana di Trevi e ancora oggi mio fratello si diverte a raccontare che alla fine ci ha guidati lui!
Ma uno dei ricordi più belli dei viaggi coi miei è legata alla giornata a Mirabilandia: i miei genitori hanno accettato di accompagnare 5 ragazzi (mio fratello, i miei cugini, mia cugina ed io) a Mirabilandia! Ogni volta che salivamo su un’attrazione pericolosa mio padre si incamminava il più lontano possibile perché solo a guardarci aveva paura. Eppure sul gommone che scivola tra le rapide lui è stato quello che si è divertito di più e sempre lui è stato quello che ha deciso di prendere il treno dopo per rientrare, perché voleva fare un altro giro!
Alla fine di questi ricordi… mi viene quasi voglia di tornare bambina o ragazza. Di tornare, anche solo per un attimo, a quel periodo in cui dovevo trovare la frase migliore da dire ai miei per avere il permesso. Vorrei riavere mia nonna e zia Ninetta e contare i miei risparmi insieme a loro. E vorrei partire coi miei genitori e comprare con mia mamma le matite per la mia vecchia collezione!
A chi lo dici essere spensierati come bambini ma con l’autonomia economica di adesso, sarebbe stupendo!
Sarebbe un sogno! Peccato non si riesca… ma magari troviamo una via di mezzo! Anzi se la trovi batti un colpo… mi trovi qui! 😉
Bellissimo questo articolo, mi hai fatto tornare con la mente a quando i miei mi diedero il permesso a 17 anni per New York
Secondo me quei viaggi avevano un sapore diverso proprio perché non erano scontati, dopotutto non dipendeva solo da noi ma anche da loro! E’ stato bello immergersi nei ricordi!
Io da piccola ho fatto pochissimi viaggi, e tutti ultra-sudati! I miei prima di darmi il consenso per partecipare alla gita organizzata dalla scuola a Venezia mi fecero penare parecchio…ancora adesso quando parto si preoccupano moltissimo!
Guarda i miei sono degli esseri strani, mi aspettano svegli ancora adesso che ho 30 anni ma le esperienze di viaggi me le hanno sempre fatte fare. Credo si sforzassero tantissimo ma sapevano che erano importanti per me! Per questo ancora oggi dico che è “tutta colpa” loro se sono così oggi!
Noi viaggiatrici seriali iniziamo già da piccole 🙂
Mi sa che abbiamo fatto la stessa vacanza studio perché anche la “mia” Parigi era con l’Inpdap!
I viaggi studio inpdap sono una garanzia! Splendida esperienza!
Ahah ma sai che ho la stessa sensazione a volte? Anch’io nonostante sia adulta e vaccinata e viva da sola da anni, mi sento sempre un po’ ansiosa quando comunico i miei viaggi alla famiglia, soprattutto a mia nonna! Però vabbè, penso sia normale 🙂